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Tumore al seno: dall’autoesame alla mammografia

Il cancro al seno rappresenta uno dei tumori che spaventa maggiormente le donne, sia per la sua frequenza sia per gli aspetti invalidanti che ne derivano dopo un eventuale intervento chirurgico.

Negli ultimi anni, grazie alle numerose campagne di informazione dei mass-media ed alla sensibilizzazione dei medici, si e’ assistito alla possibilità di arrivare ad una diagnosi il piu’ precoce possibile, tale da poterne garantire anche la guarigione.

Oggi la sopravvivenza per il tumore al seno supera il 90% (ne vengono colpite circa 38 mila donne italiane ogni anno). Tuttavia rimane una delle cause piu’ frequenti di decesso nelle donne di età compresa tra i 35 e 44 anni.

Tra i fattori di rischio, oltre alla storia mestruale della donna (età della prima mestruazione precoce, menopausa ritardata, assenza di gravidanze), sono in netto aumento i fattori di rischio esterni.foto

Le radiazioni ionizzanti (esposizione eccessiva al sole, raggi UV) rappresentano sicuramente un fattore di rischio direttamente correlato alla dose di esposizione ed alla frequenza. Il consumo di alcool da parte delle donne negli ultimi anni ha contribuito ad innalzare l’incidenza del cancro al seno.

Per arrivare ad una diagnosi precoce e’ importante informare la donna che esistono dei mezzi di prevenzione sicuri ed efficaci.

Essi sono rappresentati da:

  1. autoesame o autopalpazione del seno
  2. esame ispettivo e palpatorio del medico
  3. mammografia
  4. ecografia

 

L’autopalpazione del seno rappresenta un momento fondamentale per la diagnosi dei noduli mammari.

Il medico o il ginecologo dovrebbe insegnare alle proprie pazienti come eseguire l’esame, con la raccomandazione di ripeterlo periodicamente all’incirca una volta al mese.

La paziente dovrà prendere abitudine ad osservarsi davanti allo specchio e valutare se vi siano alterazioni della cute mammaria o del capezzolo (raggrinzimenti, ingrossamenti, infossamenti).

L’autopalpazione deve essere eseguita ponendosi distesa supina e portando le mani dietro la testa.

Con una mano si andrà a palpare la mammella del lato opposto con le dita distese a piatto, cercando di palpare tutta la ghiandola in tutti i suoi quadranti: si potrà partire dall’esterno della mammella arrivando in maniera concentrica al capezzolo. E’ importante che la donna riferisca al medico se ha notato delle alterazioni durante l’autopalpazione o secrezioni che fuoriescono dal capezzolo.

Il ruolo del medico e’ altrettanto importante.

L’ispezione consente di individuare ingrossamenti della ghiandola, irregolarità della cute mammaria o del capezzolo. La palpazione, eseguita con le stesse modalità descritte, consentirà di individuare lesioni sospette (noduli duri con contorni irregolari, aspetti di retrazione cutanea, ridotta mobilità del nodulo).

La palpazione del medico dovrà essere estesa anche al cavo ascellare i cui linfonodi possono essere interessati nelle forme avanzate di cancro al seno. 

La presenza di secrezione mammaria potrà essere analizzata attraverso un esame citologico.

L’autopalpazione e l’esame clinico del medico presentano tuttavia dei limiti, in quanto e’ estremamente difficile percepire al tatto noduli di diametro inferiore al centimetro, ma contribuiscono ad aumentare le possibilità di arrivare ad una diagnosi precoce.

A questo punto assume una fondamentale importanza l’esecuzione delle indagini strumentali.

La mammografia ha rappresentato sicuramente una svolta nella diagnosi precoce del cancro al seno. Essa non comporta rischi legati all’esposizione ai raggi X in quanto le dosi per ogni radiografia sono molto basse.

E’ importante sapere quando farla ed ogni quanto tempo.

Recentemente si e’ parlato molto, specie negli Stati Uniti, sull’opportunità o meno di eseguire una mammografia  ogni anno a partire dai 40 anni.

Secondo il Servizio di Prevenzione del governo americano, eseguire la mammografia annuale dopo i 40 anni, accompagnata dall’autopalpazione, esporrebbe la donna ad eccessivo stress, inutile allarmismo e troppe biopsie. Secondo i ricercatori dell’American Cancer Society, invece, lo screening mammografico annuale ha drasticamente ridotto l’incidenza del cancro mammario e la mortalità.

In Italia le campagne di screening regionali prevedono di eseguire una mammografia ogni due anni a partire dai 50 anni nelle donne asintomatiche, ma si pensa in alcune Regioni di abbassare la soglia a 45 anni.

Nei casi in cui vi sia una familiarità o un alto rischio, il controllo mammografico dovrà essere eseguito ogni anno a partire dai 35 anni o a qualsiasi età se vi e’ un sospetto clinico di cancro al seno.

La mammografia consente di diagnosticare carcinomi non ancora palpabili, identificare microcalcificazioni che sono tipiche di alcune forme di carcinoma mammario, alterazioni dei bordi delle formazioni evidenziate.

Tuttavia anche la mammografia presenta dei limiti.

Essi sono rappresentati in rari casi dall’uso di apparecchiature non idonee, da errori di esecuzione dell’esame o da errata interpretazione.

Nelle giovani donne di età inferiore ai 35-40 anni, la ghiandola mammaria presenta una maggiore densità che rende di difficile interpretazione l’esame mammografico.

Ecco allora che viene in soccorso l’ecografia mammaria.

Con questa tecnica si possono evidenziare neoplasie in mammelle dense e ricche di tessuto fibroso come quelle delle giovani donne. Ma e’ importante l’esecuzione dell’ecografia per individuare formazioni cistiche liquide o solide (fibroadenomi) che rappresentano aspetti di benignità.

Attualmente si tende ad affiancare l’ecografia all’esame mammografico proprio per arrivare ad una diagnosi sempre piu’ certa, evitando gli inutili allarmismi che talora terrorizzano le donne che si sottopongono agli esami diagnostici.

Il ruolo del medico e del ginecologo, in particolare, riveste ancora un’importanza fondamentale nell’informazione da dare alle pazienti. Consigliare l’attività fisica, una dieta meno ricca di grassi di origine animale, evitare l’uso di alcool contribuisce a fare una buona informazione medica.

Raccomandare l’esecuzione dell’autopalpazione e degli esami strumentali corretti, consente e consentirà sempre di piu’ di arrivare ad una diagnosi precoce del cancro mammario ed a sconfiggere una delle paure piu’ frequenti della donna.

Articolo pubblicato sul numero di febbraio di LineaDonna

Scritto il 2 febbraio, 2010


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