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Carcinoma ovarico: ruolo predittivo della trombopoietina

Alla ricerca di un potenziale marker, possibile candidato a discernere tra tumori ovarici benigni e maligni, ricercatori della Scuola medica universitaria di Ege, a Izmir (Turchia) guidati da Timucin Mermerhanno effettuato uno studio prospettico caso-controllo su 55 pazienti con diagnosi di massa annessiale, in 25 casi benigna, in altri 25 maligna. Per ogni singola partecipante si è proceduto alla raccolta preoperatoria di campioni ematici e alla registrazione di vari dati, quali: età, stato menopausale, dimensione della massa annessiale, livello preoperatorio di Ca-125, conta piastrinica, stadio Figo della malattia, grado del tumore, sottogruppo istologico, massa tumorale residua, citologia su liquido ascitico, procedure chirurgiche e trattamenti postchirurgici. Le donne con cancro ovarico sono state sottoposte a chirurgia citoriduttiva costituita da rimozione della massa annessiale, isterectomia, omentectomia totale e debulking retroperitoneale, seguito da chemioterapia adiuvante con paclitaxel e carboplatino. Le risposte al trattamento sono state valutate in base alle linee guida Recist riviste.

Valore predittivo positivo pari all’85% insieme al Ca-125
I livelli serici preoperatori di trombopoietina nei casi maligni (mediana: 98; range: da 7 a 768) sono risultati significativamente superiori rispetto a quelli dei casi di natura benigna (mediana: 27; range: da 13 a 131). Si è riscontrato un valore predittivo positivo del Ca-125 pari al 79%, se utilizzato come singolo biomarker, che saliva fino all’85% se impiegato insieme ai livelli di trombopoietina. Non si è riscontrata alcuna correlazione tra livelli properatori sierici di trombopoietina e grado tumorale, citologia del versamento ascitico, presenza da massa residua e risposta al trattamento, mentre si è notato come i livelli serici preoperatori di trombopoietina fossero significativamente superiori nei casi di stadio III-IV e in quelli con istologia sierosa. Nel gruppo maligno, infine, i livelli serici di trombopoietina post-trattamento sono apparsi significativamente inferiori rispetto ai livelli preoperatori.

Valutazione dell’outcome poco praticabile
L’incremento dei livelli serici della trombopoietina nei casi di cancro ovarico invasivo può essere considerato secondario alla sua produzione diretta da parte del tessuto tumorale o al rilascio di alcuni fattori di crescita che ne stimolano la produzione in alcuni organi bersaglio o, ancora, alla sintesi di citochine infiammatorie tra cui le interleuchine 6 e 8. Il calo dei livelli di trombopoietina dopo la chirurgia e la chemioterapia, invece, è un evento atteso, tale da limitarne l’uso per la valutazione della risposta al trattamento. Infine, sotto il profilo costo-efficacia questo parametro è molto vantaggioso rispetto all’ecografia transvaginale ma non al Ca-125, verso il quale ha valenza solo additiva. (da Doctor33)

J Gynecol Oncol, 2012; 23(2):286-90

Scritto il 13 aprile, 2012


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